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Negli ultimi anni la ricerca biomedica si è rivolta con grande impulso a prevenire l'insorgenza e le recidive delle malattie croniche e neoplastiche. È risultato subito chiaro che uno stile di vita sano riduce l'incidenza delle malattie cronico-degenerative e può ridimensionare in misura rilevante l'uso dei farmaci e di altre misure terapeutiche. Secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'86% dei decessi, il 77% della perdita di anni in buona salute e il 75% delle spese sanitarie in Europa e in Italia sono causati da patologie (malattie cardiovascolari, tumori, diabete mellito, malattie respiratorie croniche, problemi di salute mentale e disturbi muscolo-scheletrici) che hanno in comune alcuni fattori di rischio, tra i quali fumo di tabacco, abuso di alcol, scarso consumo di frutta e verdura, sedentarietà, obesità e sovrappeso, eccesso di grassi nel sangue e ipertensione arteriosa. I primi quattro di tali fattori sono modificabili e l'alimentazione vi gioca un ruolo fondamentale per il ruolo protettivo e per il mantenimento della salute, ma anche per la sua funzione sociale e culturale. Il nostro Paese ha, in questa prospettiva, il miglior biglietto da visita nella cosiddetta "dieta mediterranea", un modello alimentare che è diventato patrimonio mondiale immateriale dell'Umanità (Unesco, 2010).